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Come mostrare nei tuoi annunci Google Ads esattamente ciò che le persone cercano

immagne di copertina dell'articolo dedicato alla dynamic keyword insertion in google ads

In questo articolo ti spiego uno stratagemma semplice ma efficace – chiamato “Dynamic Keyword Insertion” – per far comparire nei tuoi annunci Google Ads esattamente le parole che una persona ha digitato.
Questo ti permette di ottenere una coerenza linguistica perfetta tra la ricerca dell’utente e il testo visualizzato, migliorando CTR e qualità percepita.

Perché è importante la coerenza tra keyword e testo dell’annuncio

Immagina che un utente cerchi “specialista Google Ads”.
Se nel titolo del tuo annuncio trova scritto “consulente Google Ads”, va bene… ma non benissimo. La persona nota subito (anche solo a livello inconscio) che c’è una discrepanza, anche se minima.
Se invece il tuo titolo riporta esattamente la query digitata, ottieni un effetto di congruenza cognitiva: il cervello del lettore “si rilassa” di più perché trova esattamente ciò che stava cercando.

Come funziona la Dynamic Keyword Insertion (DKI)

Per ottenere questo effetto usiamo le parentesi graffe. È una funzione nativa di Google Ads che consente di inserire dinamicamente la parola chiave all’interno dell’annuncio.

Esempio pratico:

Supponiamo di avere questo titolo dell’annuncio:

{KeyWord:FMppc: Consulenza Google Ads}

  • Se la persona cerca “specialista Google Ads”, comparirà proprio Specialista Google Ads.
  • Se cerca “esperto Google Ads”, verrà visualizzato Esperto Google Ads.
  • Se invece la query è troppo lunga (Google ha un limite di 30 caratteri), allora comparirà la frase di default: FMppc: Consulenza Google Ads.

Inoltre, selezionando l’opzione per iniziali maiuscole, tutti i termini appariranno con la prima lettera maiuscola. Piccolo dettaglio, ma importante per l’impatto visivo.

Quando usare la DKI

Questo stratagemma è utile soprattutto:

  • quando non hai tempo (o voglia) di costruire un account super-granulare;
  • quando ti trovi a lavorare su un e-commerce con decine di prodotti simili;
  • quando gestisci campagne per settori complessi come selezione del personale, dove le query variano in modo sottile (es. “selezione manager”, “selezione CFO”, ecc.)

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Attenzione ai limiti (e ai guai legali)

Due avvertenze fondamentali:

1. Lunghezza della query

Se l’utente cerca qualcosa di troppo lungo (“scarpe da trekking nere taglia 42”), Google non riuscirà a farla comparire nell’annuncio. In quel caso entrerà in gioco la frase neutra di default che hai impostato (es. “E-commerce scarpe dal 2012”).

2. Nome dei competitor

Evita come la peste di inserire keyword con il nome dei tuoi concorrenti. Se lo fai con le parentesi graffe, rischi che il loro nome compaia direttamente nel tuo annuncio.
Risultato: violazione delle policy di Google, rogne legali e magari anche click fasulli da parte del competitor stesso per farti spendere budget.

Quando NON usare le parentesi graffe

Non usarle:

  • Nei gruppi di annunci dove stai facendo targeting su brand concorrenti.
  • Quando vuoi avere il pieno controllo del copy, senza rischi di frasi spezzate o incoerenti.

Conclusione

Le parentesi graffe in Google Ads sono uno strumento potentissimo per ottenere una comunicazione iper-mirata e congruente con le intenzioni dell’utente.
Non sostituiscono un account ben strutturato, ma possono darti un vantaggio tattico quando il tempo (o il cliente) è tiranno.

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Ci vediamo molto presto!


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